27/11/09

BON JOVI

- Allora, proprio mentre lei entra nella chiesa, io sto pensando a questo. Proprio mentre tutti pensano le solite frasi tipo 'dio mio che fortunati', 'che bella coppia, davvero', chi dice solo 'davvero', o chi dice 'lui non se la merita', oppure 'mi hanno detto che lei è una troia...', insomma, in mezzo a tutti questi pensieri e lei, con l'abito tuttosommato bianco che cammina verso di me, io a cosa penso?
- A cosa pensi?

Gioco col bicchiere di birra mentre le casse del locale mandano un greatest hits di Bon Jovi.

- Penso a questo, non a lei che sta camminando verso me e l'altare, non ai parenti tutti radunati insieme, non ai fiori che si dovevano abbinare al colore degli affreschi della chiesa, non a quello, non sto pensando a quello, capisci?
- A cosa stai pensando?

Finisco quasi il bicchiere.

- Penso a questo. Pioveva che dio la mandava. Pioveva tanto, che non dici 'piove', ma dici 'cazzo, piove!' I vicini della via accanto alla mia lavoravano, tornavano a casa e trovavano la loro via allagata. E pensavano 'domani l'acqua rifluisce'. D'accordo, forse non hanno pensato proprio che l'acqua 'rifluisce', ma avranno sicuramente pensato che l'acqua se ne sarebbe andata, per i tombini e giù per le fogne, giù per qualcosa che forse è il fiume, ma insomma da qualche parte questa acqua se ne andrà.
- Pensi a questo?
- Sì.
- Voglio dire, cosa c'entra col tuo matrimonio?
- Aspetta. Non ho mica finito.

Cerco con gli occhi la cameriera che passa e non mi guarda, mentre Bon Jovi continua a cantare d'amore.

- L'acqua della pioggia continuava a cadere e non se ne andava, non ci pensava nemmeno. L'acqua non rifluiva, ma saliva. E saliva tanto da entrare nei garage, nei piani terra delle case, e finiva sui macchinari per tagliare l'erba del prato, sui vecchi estratti conto della banca che chissà che cazzo ci facevano lì, l'acqua finiva su vecchi giochi elettronici per bambini, su romanzi rosa accatastati insieme alle lettere della seconda guerra mondiale, sui primi ripiani delle cucine con le padelle, le garanzie degli elettrodomestici giapponesi, l'acqua finisce dappertutto, e più sono nascosti i posti dove finisce l'acqua più sembra irreparabile il danno.
E prima che tu dica 'e allora?'... aspetta. Scusa! Puoi portare altre due birre medie? Rosse.
Dicevo, prima che tu chieda altre spiegazioni ti dico che succede.
Dopo l'allagamento, la sera dopo, dopo innumerevoli discussioni pomeridiane, tutti gli abitanti della via in questione si danno appuntamento nella stessa via alle nove di sera, dopocena.
- Scusa, tu stavi pensando queste cose al tuo matrimonio?
- Che cazzo, certo che no, ti sto solo facendo il quadro, la situazione. Devi solo seguirmi.

Arrivano le birre.
La cameriera insiste uno sguardo su di me.

- Hai visto?
- Cosa?
- La cameriera.
- Cosa?
- Ha insistito.
- Cosa?
- Lo sguardo.
- Cosa vuol dire?
- Come cosa vuol dire? Ho detto che la cameriera ha insistito lo sguardo su di me.
- Ma ti sei appena sposato, cazzo.
- Non è proprio il termine giusto.
- Ok, diciamo che ti sei sposato ma è successo un casino.
- Ecco...
- Vuoi andare avanti?
- Ok. Siamo di nuovo in questa via, vicino a dove abito io. Alle nove arrivano tutti, nonne e neo-mamme, padri di famiglia e pensionati, bambini di tutte le età che si mettono a giocare insieme, pure con l'acqua... e si capisce che questa non è una sera come le altre a stare sul divano davanti alla televisione. Insomma si riuniscono. L'idea che unisce tutti è che non si può andare avanti così.
- Così come?
- Che se piove un po' di più del solito ci si allaga tutti.
- Ah.
- Le donne sono le più agguerrite. C'è Giuliana che dice che se non è il Comune a difenderci da questo tipo di calamità, allora ci dobbiamo organizzare fra di noi. Ma Maria dice che è proprio il comune a doverci difendere da queste calamità, che se il Comune non toglie le foglie e asfalta tutto quello che si può asfaltare... Maria insomma dà la colpa al Comune, ma allo stesso tempo dice che è il Comune che deve rimediare. Rita è una rivoluzionaria e dice che il Comune può andare a fare in culo – segue discussione inverosimile – poi interviene Alberto che ha capito tutto. Porta pragmatismo. Dice che se il Comune non fa niente, ci dobbiamo organizzare fra di noi.
- Cioè?
- Bravo. È quello che gli hanno chiesto. Alberto dice che lui conosce uno che sa di materiali che fanno defluire meglio l'acqua, che non costa poi così tanto, che invece dell'asfalto di merda che il Comune ci ha messo, si può mettere quello, che funziona.
Rita la rivoluzionaria dice che non gliene frega un cazzo di nuovi materiali, dice che bisogna andare davanti al Comune e dire che sono tutti delle merde. Si mette ai voti la mozione di Alberto e la mozione passa. Ci si autotassa, fra quelli della via. Costa quello che deve costare, nessuno vuole più allagato il garage che ha pagato ventimila euro in più rispetto al preventivo della casa.
Vaffanculo al Comune! Contro l'alluvione, autorganizzazione!
- Contro l'alluvione, autorganizzazione?
- Sì.

Finiamo le birre. Ci guardiamo in giro.

- Perché cazzo mi hai raccontato 'sta cosa?
- Perché è importante.
- Ma tu ti stavi sposando, voglio dire, se mi stai prendendo per il culo va bene, però tu eri lì, e dici che mentre lei cammina verso l'altare, tu stai pensando a questa cosa dell'alluvione?
- Sì.
- Cosa vuol dire sì?
- Vuol dire... scusa ci porti un'altra birra?

La cameriera dice che è chiuso, che non servono più.

- Ma quelli stanno bevendo, no? Quelli sono lì che bevono, perché noi non possiamo bere?

Lei dice che non è colpa sua.

- Io non ti sto dicendo che è colpa tua, ma se loro stanno bevendo due birre medie perché non possiamo averle anche noi? Questo solo ti sto chiedendo.

Ok, ho alzato troppo la voce e ora non è più un discorso tra me e la mia cameriera preferita, è una questione destinata a interessare tutti i pochi che sono rimasti nel locale.

- Ora spiegatemi perché io e il mio amico Valerio non possiamo avere le nostre due cazzo di rosse medie, chi l'ha deciso, chi è il proprietario di questa merda?

Il proprietario arriva.

- Che cazzo vuoi?
- Una birra, solo una birra. Rossa, per favore.
- No, è chiuso.
- Non è vero. Quei due lì hanno appena avuto la loro birra.
- E io ti dico che è chiuso.
- E io ti dico che non mi muovo se non mi porti la rossa che ho chiesto.
- Ah no?
- No.

Bon Jovi continua a suonare dalle casse del locale.
Però ora lo sentiamo a malapena perché ci hanno accompagnato fuori.
Io, Valerio, il proprietario e la cameriera che non ha colpe siamo fuori, tutti con una rossa media in mano. Gli sto raccontando quello che ho appena raccontato a Valerio. Il proprietario fuma una sigaretta. Io fumo una sigaretta che mi ha offerto lui. Valerio non fuma, guarda la cameriera. La cameriera non fuma, mi guarda.

In tutto questo silenzio lei non ce la fa.
- Ma perché durante il tuo matrimonio stavi pensando a 'sta cosa?
- Perché è importante.
In tutto questo il proprietario non ce la fa.
- Ma perché è importante?
- Per il dopo. Dopo che Alberto, Giuliana, Rita la rivoluzionaria, dopo che tutti si sono messi d'accordo e hanno fatto quello che avevano in mente di fare, subito dopo è tornato tutto come prima. Ognuno si faceva i cazzi suoi. Hanno risolto un problema con un metodo, questo è quello che è successo. Si sono conosciuti. C'erano famiglie che manco sapevano dell'esistenza di altre famiglie, eppure abitano tutti in una via lunga trecento metri. C'è stato un problema urgente, e incredibilmente l'hanno risolto insieme. Ma non sono andati oltre a questo. Una volta superato quel problema ognuno ha ricominciato a farsi i cazzi propri.

- E allora?
Valerio.
- Allora? Allora io guardo tutti gli invitati al matrimonio, guardo la mia futura moglie, guardo tutte le famiglie presenti alla cerimonia, guardo gli addobbi e il prete che ci sta in mezzo, guardo i bimbi, guardo tutto quanto e penso che coincide tutto. È la copia esatta. Penso che sto ripetendo uno schema. Persone che non si parlano mai, per un motivo straordinario si ritrovano insieme. Parlano. Passano del tempo insieme. Poi è tutto come prima. Il deserto.

Silenzio, a parte Bon Jovi. Gli ultimi clienti lasciano il locale. Finiamo le birre.

- Ma ti sei sposato lo stesso?
- Sì, però tra il primo e il secondo me ne sono andato a casa.
- Cosa?
Valerio viene in aiuto.
- Sì. È andato via. Poi noi abbiamo continuato il pranzo. Non so perché, ma abbiamo continuato.
- Scusa, lo sposo va via a metà pranzo di nozze, e voi avete continuato a mangiare?
- Sì.
- Ma com'è possibile?
- Non lo so. È successo così.

Il proprietario rientra nel locale, torna fuori con un'altra sigaretta già accesa e una bottiglia di grappa.

- Tutto 'sto casino quando è successo?
- Quattro giorni fa.
- E la sposa?
- Non lo so. Non ci siamo sentiti.
- Prendi.

Mi passa la bottiglia. Prende la parola.

- Io non so perché, ma la prima cosa che mi viene da dire è che sei un pazzo. Anche se questo non risolve la questione.
- Grazie.

La bottiglia di grappa fa due giri.

- Scusa, ma perché è da almeno due ore che nel tuo locale si sente solo Bon Jovi?

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